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Torino. Nello splendido museo di Palazzo Cavour la mostra “Giappone Fiorito”. Grandi artisti a confronto.

A cura di: Daniel Buso

fino al 27 gennaio

Orari:
Dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.00
Sabato dalle 10.00 alle 20.00
Domenica dalle 10.00 alle 18.00
Ultimo ingresso consentito in mostra un’ora prima dell’orario di chiusura

Aperture e chiusure straordinarie:
25 Dicembre: chiuso
26 Dicembre: dalle 14.00 alle 20.00
1 Gennaio 2019: dalle 14.00 alle 20.00

Breve introduzione alla pittura di Massini

Nei lavori dell’artista la superficie della tela accoglie dai trenta agli ottanta strati sovrapposti di pigmento. Questa stratificazione fa emergere di volta in volta tonalità diverse di colore. Sulla superficie appaiono leggerissime linee che s’intersecano fitte e che danno vita alle composizioni. In alcune tele il segno è inciso da una punta metallica che, graffiando la superficie pittorica, rivela il colore sottostante. Il soggetto dell’opera emerge grazie alle campiture che aggiungono ulteriore spessore materico, restituendo così una superficie in rilievo.

Gli elementi iconografici

Con un’operazione artistica ulteriore il pittore, nelle tele, trasforma elementi di uso comune in soggetti iconografici. La genesi formale di questa iconografia risale alle sperimentazioni degli anni Settanta dove alcuni elementi rielaborati come rami di corallo, ghirlande, scale, stanze, fiale, nasse, diventano soggetto ripetuto in maniera ossessiva ma mai uguale. Come nel modus operandi di Giorgio Morandi c’è la volontà di perfezionare l’opera attraverso uno studio ripetuto della forma, come in un mantra o una preghiera.

La materia

Per Massini però il soggetto non è quasi mai reale ma è frutto di un’immaginazione creativa che prende vita in un subconscio onirico che muta di continuo, seppur in modo impercettibile, come in un sogno ricorrente. La bellezza dei colori è nella preziosità della materia. I rossi vibranti della cocciniglia si contrappongono a quelli più cupi del murice e del sangue di drago. I bianchi opachi d’osso bruciato fanno da contraltare a quelli polverosi dello zinco. Polveri di fiori per l’indaco e polveri minerali per il blu lapislazzulo. Con sapienza alchemica i componenti vengono macinati, miscelati, decantati ed in fine usati con maestria rinascimentale. Ogni quadro è il frutto di una pittura sofisticata che attraverso un procedimento iterativo da vita alle nature sospese nello spazio stratificato della tela.